Vladimir Nabokov
Parla, ricordo
A cura di Anna Raffetto
gli Adelphi, 605
2020, pp. 364
isbn: 9788845935282
«Nabokov amava richiamare alla mente con immediatezza frammenti del passato: li voleva lì, davanti a lui, tra gli occhi e le mani; e col massimo piacere continuò a compiere questo gesto per tutta la vita, fino a quando essa non fu che ripetizione, memoria che ingoiava e moltiplicava memoria. Non aveva senso storico: non amava il tempo; e non volle mai disegnare sé stesso come una persona che nasce, cresce, matura, diventa un pezzo di storia. Lui non era mai cresciuto. Aveva troppo rispetto per le proprie origini: quel grumo di sensazioni e di inclinazioni che lo avevano reso felice nell’infanzia. Voleva restare un vecchissimo ragazzo non cresciuto, “ardente e impennacchiato come il fuoco degli uccelli nel bosco rotante del mondo”».
Pietro Citati
Un caso di magia evocatrice.