Alfred Polgar
Marlene
A cura, e con un saggio, di Ulrich Weinzierl
gli Adelphi, 681
2023, pp. 112, 13 foto in b/n
isbn: 9788845938436
A metà degli anni Venti in un teatro viennese andava in scena Broadway, una dark comedy impreziosita da «cinque signorine elegantemente svestite». Tra queste, ne spiccava una «di strana e avvincente bellezza», che «sbrigava la sua parte con una sorta di baldanzosa bravura». Alfred Polgar, che era tra il pubblico, ne rimase folgorato. Tanto che a distanza di anni – quando quell’attrice, assurta a fama mondiale, era ormai diventata il simbolo stesso del divismo cinematografico – scrisse questo ritratto ispirato, vera e propria ecfrasi dell’opera d’arte vivente che era Marlene Dietrich. Con quella leggerezza di tocco che lo aveva reso celebre nella Vienna di inizio Novecento, Polgar dipinge magistralmente i tratti che hanno fatto di Dietrich un fenomeno unico: un viso «che parla non solo all’occhio ma anche allo spirito»; una voce «in cui verità e illusione coesistono in maniera sconcertante», e che «esercita una fortissima magia erotica»; il portamento inconfondibile di chi «ha la musica dentro» – e una personalità che si riflette nei personaggi da lei interpretati: «donne per le quali l’amore è l’aria che respirano, la rinuncia un peccato contro natura, l’infedeltà un imperativo della fedeltà che esse serbano al proprio io».
La sola attrice capace di «far sognare il nostro sangue nelle vene».