Arthur Schopenhauer
Scritti postumi, III
I manoscritti berlinesi (1818-1830)
Classici, 72
2004, pp. XXXII-1038, 1 tav.
isbn: 9788845919466
Negli anni che seguono la pubblicazione del Mondo come volontà e rappresentazione, Schopenhauer, astenendosi sdegnosamente dalle dispute che opponevano gli idealisti – liquidate come una «rissa da strada» –, si ritira in se stesso e stende i cinque «libri», sinora inediti, di cui si compone il presente volume: gli Appunti di viaggio, l’In-folio, il Taccuino, l’In-quarto, gli Adversaria e la Dialettica eristica. Qui tutto è intuizione, frammento, idea fulminea; tutto è ancora aperto, vivo, suscettibile di alternative e varianti. Si stanno via via definendo le nuove acquisizioni teoriche, emergono corrispondenze sempre più precise tra il pensiero schopenhaueriano e le scienze naturali, la biologia, la fisiologia e l’anatomia dell’epoca. Anche i temi più caratteristici – le dottrine della cosa in sé, dell’arte, del genio, della sessualità, della morale, della libertà, della coscienza e della conoscenza – sono qui formulati con freschezza e concisione stupefacenti. Insomma, Schopenhauer si rivela qui innanzitutto un onnivoro e talora beffardo lettore dei classici d’Oriente e d’Occidente, nonché un severo giudice di se stesso e della sua epoca. Soprattutto, ci appare sempre più incline a considerare la filosofia non soltanto come costruzione di un edificio teorico, ma anche come saggezza pratica, arte di vivere e cura di sé.
Il primo volume degli Scritti postumi è apparso nel 1996; il secondo è in preparazione.