Arthur Schopenhauer
Il primato della volontà
Piccola Biblioteca Adelphi, 479
2002, 9ª ediz., pp. 227
isbn: 9788845916960
Che cos’è la volontà? Da dove scaturisce la misteriosa forza con cui essa salda in noi mente e corpo determinando il nostro agire? Su questo eterno problema della filosofia si è sempre tornati, e sempre, fatalmente, si tornerà. Con un passaggio obbligato: Schopenhauer, il quale ha fatto della volontà la chiave di volta del suo edificio speculativo.
Negli anni tra il 1826 e il 1840, impegnato nel ripensamento e nello sviluppo del Mondo come volontà e rappresentazione, il filosofo elabora, raccoglie e cataloga centosei Argomenti a favore del primato della volontà sull’intelletto, prezioso repertorio di annotazioni antropologiche, psicologiche e fisiologiche. L’intento è quello di suffragare la sua tesi capitale: «La volontà è la cosa in sé, il solo ens realissimum et primarium, il solo elemento metafisico», mentre l’intelletto «è mera apparenza, la sua esistenza è secondaria e derivata». Il primato della volontà viene così presentato da Schopenhauer come il «dogma fondamentale» della sua filosofia, ma al tempo stesso come «la più importante di tutte le verità», risultato di una scoperta basilare. Una verità che apre la via alle scoperte maggiori dell’antropologia e della psicologia, e che avrà ripercussioni immense: le saranno debitori, fra gli altri, Wagner, Nietzsche e Freud.