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Manlio Sgalambro

Del pensare breve

Piccola Biblioteca Adelphi, 264
1991, 4ª ediz., pp. 148
isbn: 9788845908200

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SINOSSI

La peculiarità del pensiero di Sgalambro non è forse mai apparsa così chiaramente come in questo libro, che si presenta come un «cervello messo a nudo», una rete di nervi speculativi, un monologo notturno, continuamente spezzato, fatto di rapide accensioni del pensiero, prima che torni alla sua tenebra naturale. Il contrario della verbosità sistematica, che pretende dalla realtà di essere «una volta per tutte pensiero». Qui invece pezzi sconnessi della realtà diventano pensiero «volta per volta». L’effetto è sconcertante e dà una scossa salutare. Il «metodo ipocondriaco» spregiato da Hegel come qualcosa che, nel migliore dei casi, potrebbe nascondere un «talento poetico», ma non speculativo, viene qui rivendicato ironicamente come il «sangue blu» del pensiero. Quanto al «talento poetico», ne testimonia la tensione della prosa, inconfondibile nella sua mescolanza di pathos e sarcasmo.

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Della misantropia

«I più alti spiriti, se così vogliamo chiamarli, sono stati misantropi» osserva Sgalambro in questo suo ultimo libro. «L'Idea» infatti «è raggiungibile solo in uno stato di misantropia. Il misantropo non vede più l'uomo, la cui carne detesta, ma l'Idea dell'uomo». Scortato da questo presupposto, il filosofo prosegue qui il suo cammino solitario attraverso...
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Del delitto

«Se è vero che le vicende della sua vita sono parte integrante dell’importanza di Socrate, si deve comunque dare tutto il rilievo possibile al fatto che egli morì assassinato» dichiara perentoriamente Manlio Sgalambro. Tuttavia Platone «omette pietosamente quella parola», e dal canto suo Nietzsche afferma – certo a ragione – che «Socrate volle...
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Altre edizioni
  • Saggi
    1987 / pp. 176 / € 0,00
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