Alberto Savinio
Capitano Ulisse
Piccola Biblioteca Adelphi, 227
1989, 4ª ediz., pp. 166, con 5 disegni di Giorgio De Chirico
isbn: 9788845906848
Composto di un «dramma» (Capitano Ulisse) e di un saggio (La verità sull’ultimo viaggio), questo libro ci offre una visione del mito di Ulisse riflessa nel prisma dell’intelligenza di Savinio. Ulisse è per lui personaggio congeniale e familiare – e anche il pretesto per alludere a se stesso, uomo «incompreso» per «eccesso di futilità». Troviamo molta provocazione in questi testi, a tratti una strepitosa comicità e, camuffati nella finzione mitica e scenica, molti segreti di Savinio, buttati a piene mani, come con la convinzione di non essere capito. Di fatto, Capitano Ulisse ha avuto sino a oggi una storia difficile e accidentata. Scritto nel 1925 per l’effimero Teatro d’Arte di Pirandello, venne rappresentato per la prima volta solo nel 1938, in clima ostile. Da allora, fino a oggi, l’oblio. Eppure Savinio rivendicava l’importanza della sua impresa, argomentava con vigore beffardo la necessità di sottoporre Ulisse a «quell’apparecchio di apparenza frivola e di pessima riputazione» che è il teatro, qui ribattezzato «Avventura Colorata». Oggi possiamo ben capire perché: dentro la cornice pirandelliana della pièce riconosciamo in quest’opera il Savinio più acrobatico, penetrante, il suo irresistibile talento per il grottesco borghese e, nel tempo stesso, la sua capacità di percepire le figure mitiche senza diminuirle.