Anna Maria Ortese
Il Monaciello di Napoli
gli Adelphi, 685
2024, 2ª ediz., pp. 119
isbn: 9788845938689
«In questi racconti abitati da melodrammatici fantasmi d’antan, da Passioni misteriose e da riunioni di famiglia in cui è ospite la Morte, la Ortese capovolge le coordinate della realtà come nelle fiabe romantiche di Tieck e di Chamisso, e fa circolare nelle storie l’inverosimile con una naturalezza assoluta. In uno scenario ancora ottocentesco di salotti pieni di “buone cose di pessimo gusto”, la Ortese mette in scena un suo teatro dei burattini dove Amore e Morte bevono il tè in tazze di porcellana e lo scugnizzo-monaciello e la sua amante-madre possono rinchiudersi in un armadio per dirsi la loro passione. Sotto le sue mani i morti tornano a vivere, il Gran Verme diventa un servo da commedia degli equivoci e la morte è sconfitta dall’Amore».
Giuseppe Montesano
«Ortese è in grado di colloquiare con tutto ciò che è “altro” – l’ignoto, il sogno, la morte, l’estraneo, il diverso, l’animale – e insieme di rappresentare il volto nascosto della femminilità, che è misteriosa fusione di anima e corpo» (Marco Belpoliti).