Henri Michaux
Passaggi
1937-1963
Piccola Biblioteca Adelphi, 632
2012, 2ª ediz., pp. 194
isbn: 9788845926860
«Giungere alla vertigine mediante l'approfondimento: ecco quale mi pareva il segreto del suo procedere»: così scrive Cioran nel suo «esercizio di ammirazione» dedicato a Michaux. E andare al fondo è esattamente ciò che Michaux fa in questi «passaggi» – scritture ibride, che gli consentono di trascorrere incessantemente da una forma a un'altra, e non solo nel caleidoscopico susseguirsi dei testi, ma in ciascuno di essi. Dal saggio critico alla notazione biografica, dal catalogo alla poesia, dall'autoesegesi all'aforisma, fino alla narrazione pura, Michaux attraversa infatti l'intero sistema dei generi, cancellandoli con impavida disinvoltura. Con un effetto, quanto mai tonico, di spiazzamento e di sorpresa: che prendano spunto da un fatto di cronaca, da una lettura o da un'esperienza personale, che descrivano il volto di una fanciulla o trattino di esotismo, che si presentino come brevissime annotazioni o lunghe riflessioni (sulla musica, sulla scrittura ideografica, sulla pittura rupestre, sui disegni infantili), leggendo questi testi abbiamo l'impressione di vedere per la prima volta ciò di cui essi parlano, o di guardarlo in maniera radicalmente diversa. Perché Michaux ha la capacità di farcelo percepire non dall'esterno, bensì dall'interno, aprendo insospettabili brecce tra il visibile e l'invisibile – e solo un poeta può riuscirvi.