Evelyn Waugh
Etichette
Biblioteca Adelphi, 503
2006, pp. 227, 8 ill. in b/n e una cartina
isbn: 9788845921285
Lee Miller, Robin Fedden, Egittto, 1937.
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www.leemiller.co.uk
«Non sapevo in realtà dove stavo andando; se me lo chiedevano, dicevo in Russia». Se anche si prendono tutti, ma proprio tutti gli stereotipi sullo strano essere che Mark Twain chiamava linnocente allestero, e li si dispone a formare un personaggio immaginario, si otterrà solo una pallida approssimazione a quel prototipo del viaggiatore, e dello scrittore di viaggi, che è stato Evelyn Waugh. Che nel 1928, quando a ventisei anni parte per la sua prima, lunga crociera nel Mediterraneo, è già completamente formato, vuoi negli abiti di scena vuoi in quelli mentali, a cominciare dalla convinzione, molto fertile sul piano narrativo, che lInghilterra sia la norma, e il resto del mondo una bizzarra, affascinante e soprattutto comica eccezione. Etichette è il primo e più celebre esperimento dellautore con un genere in realtà molto arduo ed è forse il più capriccioso, attendibile e felice. E se la Napoli o il Cairo di Waugh risultano ancora oggi più veri del vero, il merito è tutto della sfacciata certezza che ispira questa non resistibile scorribanda, e cioè che i libri di viaggio, come quellautobiografia di cui costituiscono un sottoinsieme, siano tanto più efficaci quanto più si reggono «su un bel fondamento di vanteria bugiarda».