Aleksandr Pukin
Teatro e Favole
Biblioteca Adelphi, 480
2005, pp. 395
isbn: 9788845920011
Tra il 1824 e il 1825, nella solitudine inquieta della tenuta di Michajlovskoe, dove è stato confinato dallo zar Alessandro I, Pukin concepisce il Boris Godunov, la prima «tragedia romantica» russa: nel far rivivere tumultuose vicende dinastiche della Moscovia dei secoli XVI e XVII, egli indaga la natura del potere, che, alimentandosi di sangue e violenza, si rivela inevitabilmente funesto. Allautunno del 1830 risalgono invece i quattro atti unici o «piccole tragedie» che mettono a fuoco i nuclei psicologici di altrettanti vizi umani: avarizia, invidia, lussuria, empietà. Le cornici storiche spaziano dalla Francia e dallInghilterra medievali alla Spagna del Secolo dOro allAustria mozartiana, ma resta costante il confronto tra la libertà individuale e labbandono alla morale e ai costumi correnti, da cui il male germoglia.
Altrettanto mirabili, anche se meno note, sono le Favole che Pukin scrisse nellultimo periodo della sua vita, amalgamando le tradizioni del folklore russo e il ricordo delle fiabe narrategli nellinfanzia dalla balia Arina Rodionova. Una Russia irreale disseminata di cupole doro; orti, giardini e arabescate architetture dai colori di smalto; capanne di tronchi sperdute nel folto di boschi secolari; seriche tende tra le montagne; e poi schiere di animali sapienti e di magici attrezzi: lo specchio parlante, la mela rosso-oro che ammalia, la corda che increspa le onde del mare facendone uscire schiere di diavoli ottusi...
Una materia così densa e originale trova una rispondenza totale nellestro sulfureo e guizzante di un traduttore deccezione, Tommaso Landolfi il quale, capace di mediare magistralmente la nitida concisione del dettato pukiniano, e pur ribellandosi talvolta, per troppa congenialità, al suo soggetto, si trovò ad ammettere: «Questo capriccioso e folleggiante Pukin ... finisce collavere un certo piglietto da genio universale cui andrebbero ascritte molte posteriori ricognizioni».