Tim Judah
Saddam e le Sugababes
Piccola Biblioteca Adelphi, 508
2004, pp. 100
isbn: 9788845918537
A un anno dalla sua conclusione, delle tre settimane di guerra guerreggiata in Iraq non si ricorda quasi più nulla. È vero che in quei venti giorni immagini e resoconti dal fronte hanno monopolizzato schermi televisivi, siti internet, pagine di giornali, ma lo è altrettanto che la macchina informativa predisposta dagli stati maggiori congiunti di eserciti e media era stata tarata, con estrema accuratezza, per far filtrare notizie e sequenze non propriamente memorabili: la resa di unintera divisione, che come si è scoperto di lì a poco consisteva nelle mani alzate di un solo ufficiale della medesima; la carrellata su alcune maschere antigas buttate in una trincea irachena a riprova dellesistenza, certa, di armi di distruzione di massa; persino nella versione italiana, come sempre la più irresistibile le veementi proteste di una embedded sui carenti servizi igienici di un campo base dei marine. Rispetto a questo frastuono più o meno indistinto, le corrispondenze di Tim Judah, basate su una tecnica semplice quanto ormai dimenticata andare a vedere di persona ciò che accade, parlare con i testimoni, cercare di comporre un quadro coerente , ottengono un esito di per sé miracoloso: il racconto dei fatti. Anche quando, come nellintelligente riflessione sul mestiere di inviato che apre il volume, questo significa constatare che «in guerra, fra un bombardamento e laltro, non accade praticamente nulla»: tuttal più si accende la televisione per parlare senza paura di venire ascoltato dai servizi del regime, e si diventa così fan del gruppo musicale le Sugababes.