Il quarto numero di «Adelphiana» potrebbe intitolarsi «Impressioni personali». A unire i pezzi qui ospitati è infatti volutamente lo scorcio dal quale sono visti e raccontati luoghi (la Cina dei Boxer in un prezioso inedito di Marcel Granet, e la Corea del Nord nel reportage quasi allucinatorio di Tim Judah), persone (i fratelli Brontë come carnefici di studenti, ma qui anche vittime di una loro ritrattista non ufficiale e feroce, Muriel Spark), eventi (l’insorgere in Giappone, nella testimonianza di Giorgio Amitrano, del diffuso culto di una divinità tipicamente occidentale, Audrey Hepburn). E, ad aprire e chiudere, i resoconti di due esperienze dirette e in diverso modo perturbanti: la violenza insensata subita da Alan Bennett in un suo viaggio in Italia, e il trauma – non solo visivo – del primo film cui a Miriam Toews sia toccato di assistere, dopo un’adolescenza interamente trascorsa all’interno di una comunità mennonita.