Marcel Jouhandeau
Tre delitti rituali
Piccola Biblioteca Adelphi, 369
1996, pp. 106
isbn: 9788845911989
Una donna immola la figlia, quasi fosse un’offerta sacrificale, all’uomo che adora; un medico di provincia conduce l’amante – dopo averla denudata e averle messo in mano un pugnale – accanto al letto della propria moglie e, come un sacerdote antico, le indica il punto esatto in cui colpire; un giovane parroco uccide la ragazza diciottenne che aspetta un figlio da lui, poi le apre il ventre, ne estrae il feto, lo battezza, lo uccide e gli sfigura il volto con un coltello: «Dal momento che esistono eventi di questa sorta, che ci pongono di fronte – viva, calda, cruda – la realtà palpitante e violenta, a che pro perdere tempo a leggere romanzi immaginari, per quanto ben scritti possano essere?».
Durante la sua vita Jouhandeau fu uno scandalo perenne, paragonabile, sul versante religioso, ad André Gide. Ma nel suo caso le ragioni dello scandalo erano più profonde. Teologo capzioso e cattolico praticante, Jouhandeau fu anche un celebratore dell’abiezione e di una sorta di metafisica perversione. Magnifico prosatore, indagatore degli angoli più nascosti della psiche, non poteva non sentirsi attirato dalla cronaca nera e dai suoi casi più aberranti: come questi «tre delitti rituali», che fecero scalpore nella Francia del dopoguerra e trovarono in Jouhandeau un predestinato esegeta.
Con Tre delitti rituali (apparso in Francia nel 1962) prende avvio la pubblicazione presso Adelphi di alcune delle opere essenziali di Marcel Jouhandeau (1888-1979).