Rudolf Borchardt
Città italiane
A cura di Marianello Marianelli
Piccola Biblioteca Adelphi, 229
1989, 3ª ediz., pp. 162
isbn: 9788845906923
«Ovunque entriamo, poniamo il piede in qualche storia» scrisse Cicerone. E queste parole, che Borchardt scelse come epigrafe per il suo saggio sulla villa toscana, valgono da introduzione a tutto ciò che egli ha scritto sull’Italia come «terra non scoperta» che sta davanti agli occhi di tutti. Borchardt sa far parlare il paesaggio, e la storia dentro di esso, come se l’uno fosse la concrezione dell’altro. Forse nessuno scrittore straniero del nostro secolo ha avuto una conoscenza altrettanto intima dell’Italia, dove visse per più di trent’anni. Dalla «villa» toscana come immagine di una civiltà, a cui qui è dedicato un mirabile saggio, ai ritratti di città cariche di passato, come Pisa, Volterra, Venezia, troveremo temi che obbligano a interrogarsi sull’essenza italiana, ben difficile da cogliere, e innanzitutto per noi.
Amico di Hofmannsthal, traduttore di Dante, avverso alla «conclusione paurosamente errata della tecnica», Rudolf Borchardt creò un’opera altera e solitaria, che oggi spicca più che mai per la tensione formale e il rigore della sfida che ha gettato all’intera cultura moderna, per lui informe e asfittica. L’Italia fu per lungo tempo la sua specola, dove esercitò l’arte che gli era più congeniale: quella di «sopportare la distanza», come ben illustra il saggio di Marianello Marianelli che accompagna questa edizione.