1992 / pp. 140 / € 12,00 € 11,40
1992 / pp. 140 / € 12,00 € 11,40
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Narrativa contemporanea
1970 / pp. 165 / € 0,00
Il mondo delle «case minime», dove ci muoviamo nelle pagine di questo romanzo, è segnato da un doloroso grottesco, da una «miseria metafisica» che penetra nelle ossa, dai sottili grovigli di una comicità nera. Maxim, il protagonista, è un piccolo funzionario e una piccola vittima nel grande Teatro dellAssistenza. Come funzionario, dovrebbe per mestiere assistere gli altri, nella città colpita da una pigra, ma crudele epidemia. Come vittima, il Comune gli ha assegnato appunto una «casa minima», dove non solo i suoi sogni sempre più pressanti ma il suo respiro non riescono a trovare spazio. LAssistenza, infatti, è la forma più attuale di punizione della vita. Con agile noncuranza, Vigevani ci fa seguire gli itinerari di Maxim: dalla fetida angustia delle case minime alla città, che tende a somigliare a un ospedale diffuso, sino allospedale vero, che diventa ora il luogo degli intrattenimenti: si organizzano concerti e animazioni dellavvilimento. La psiche di Maxim si disegna con pochi tratti, labilmente, su questo sfondo: allinizio, appena «per un attimo si era sentito libero e subito era sopraggiunto il terrore». Poi, con tortuosi tentativi, Maxim comincia a vagare nella memoria. A poco a poco, raccoglierà oscuramente le forze per evadere, sino a incontrare un salutare esilio. Con il suo segno di matita sottile e preciso, con il suo dono nellisolare ogni dettaglio della comicità più desolante, Vigevani ha tracciato il ritratto di un mondo sempre più invadente, che non aveva trovato ancora il suo cantore.