1997 / pp. 268 / € 16,00 € 15,20
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Egnocus è un bambino che vive circondato da amici animali sulla Riviera ligure. I genitori lo chiamavano Gnocco, nome a lui sgradito perché triviale. Così passarono a chiamarlo Egnocus, perché «un po di latino e un po di mistero aggiungono sapore alla vita». Gli Efferati sono malvagi delinquenti che vogliono rapire il prediletto nipote del banchiere Bogliaccio «dagli occhi di ghiaccio». E vorrebbero anche rapire Egnocus, che però è una preda meno ricca. Una triste storia dei nostri giorni, penserà il Lettore. E invece no: sotto le spoglie di un giallo truculento, questa è una favola piena di allegria. Qui, addirittura, quanto più la storia si aggrava e aggroviglia, tanto più ci sentiamo presi da unirresponsabile euforia. Nulla ci mancherà degli ingredienti del poliziesco, con abbondanza di enigmi, investigatori, suspense, irruzioni, pedinamenti. Ma fra di essi, sin dallinizio, si insinuano anche gli elementi di una favola leggerissima, dove gli animali offrono sottili consigli e incontriamo persino la Fata Turchina, con la sua invitante scollatura. Ogni volta che i personaggi si azzardano ad affondare, con greve passo, nella realtà, ne vengono sbalzati nella favola, come per volontà di un perfido folletto. E quel folletto, che è lAutore, si rivela anche un dissipatore di ironie, malizie e allusioni. Così il Lettore si sente trascinato, sino allultimo, da due impulsi non del tutto nobili: quello di vedere, per pura curiosità, come il mistero si risolve e quello di ridere ancora un po del banchiere Bogliaccio e della leggendaria marchesa Guendalina, dellinvestigatore Pironti e del professor Pandolfini, della bella Manfrilda e del pescatore Gelsomino, del signor Babas e dei poveri Efferati, nonché del cocker Piccinano e della gatta Vagabonde.