2010 / pp. 269 / € 15,00 € 14,25
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Come testimoniano i due studi qui riuniti, per Giorgio Colli la ricerca filologica sui testi del pensiero greco è fin dall’inizio – in sintonia con la lezione di Nietzsche – inseparabile dalla riflessione teoretica. E centrale, nel suo percorso speculativo, si rivela subito Empedocle, sul quale Colli si concentra già nella tesi di laurea, e di frequente negli scritti successivi. All’interno di una cornice costituita dal complesso rapporto fra sostanza e divenire, fra unità e molteplicità – nodo metafisico essenziale per comprendere la grecità e il pensiero stesso –, Colli mostra come per Empedocle non vi siano due realtà, una trascendente rispetto all’altra, ma noumeno e fenomeno avvinti, e come la radice metafisica, l’interiorità di ogni realtà individuale, sia costituita dal suo impulso vitale a congiungersi con il tutto e a ritrovarsi in esso. Empedocle è dunque un mistico che vive e considera come inseparabili la dimensione mortale e quella immortale, aspetti polari di una medesima natura la cui trascendenza è irriducibile a una spiegazione razionale.
A cura di Federica Montevecchi.
Di Giorgio Colli (1917-1979) Adelphi ha pubblicato un folto gruppo di opere; il titolo più recente è Apollineo e dionisiaco (2010). In questo volume sono raccolti e pubblicati per la prima volta il saggio Anima e immortalità in Empedocle, del 1939, e uno studio costituito dalle dispense delle lezioni che Giorgio Colli tenne all’Università di Pisa nell’anno accademico 1948-1949.