Friedrich Hebbel
Giudizio Universale con pause
A cura di Alfred Brendel
Piccola Biblioteca Adelphi, 651
2013, pp. 166
isbn: 9788845928130
Kafka lesse «tutti d'un fiato» i Diari di Hebbel, annoverandoli fra i «libri che mordono e pungono». E anche a noi è oggi dato di assaporarli grazie a un curatore d'eccezione, Alfred Brendel, che dall'ampia partitura originale ha ricavato questa scelta, dove troveremo micronarrazioni in sé conchiuse, feroci paradossi e sogni, confessioni spietate e meditazioni filosofiche, storie di animali e interrogativi su una Giustizia spesso fallace, frammenti autobiografici e note su fatti contingenti o epocali (la rivoluzione del '48) – tutti segnati da un radicale scetticismo nei confronti della Storia. «Spettacolo pirotecnico sotto una nevicata», i Diari ci offrono riflessioni sul dolore e la morte, sulle miserie della felicità («Quando Dio si trovò in imbarazzo a causa della turba d'uomini che non sapevano cosa fare di se stessi, creò allora la felicità»), sulla stoltezza («Persone che al posto del cervello sembrano avere nella scatola cranica un pugno serrato; tanto si ostinano nella loro stupidità»), e uno sguardo disincantato sui sentimenti («L'amore dei più: caldo egoismo»), sul prezzo di un sapere che concima «l'albero della conoscenza con la linfa della vita». Vita che non è altro se non «saccheggio dell'uomo interiore», sicché non resta che stare ritti digrignando i denti contro i denti del mondo.