Jurgis Baltruaitis
Arte sumera, arte romanica
Seguito da «Ritratto di Jurgis Baltruaitis» di Jean-François Chevrier
i peradam, 8
2006, pp. 259, 123 ill. in b/n
isbn: 9788845921308
Quando fu ravvisata la sorprendente affinità della scultura romanica con le immagini dellantica arte mesopotamica, non pochi archeologi e storici si dedicarono con fervore allesplorazione del nuovo, affascinante territorio di studi. Ma solo il giovane Baltruaitis doveva individuare, con facoltà rabdomantica, il complesso e occulto reticolo di vie che aveva messo in contatto due mondi così distanti nel tempo e nello spazio. E il saggio in cui condensò i suoi studi, apparso nel 1934, non mancò di produrre un effetto dirompente nel mondo della storia dellarte, rivelandosi subito, nella sua «prodigiosa rapidità», unopera fondamentale.
A quellopera si accompagna qui il Ritratto tracciato da Jean-François Chevrier che resta ancora oggi lunica, preziosa fonte sulla vita di Baltruaitis , in cui vediamo delinearsi con vividezza la «mitologia personale accuratamente nascosta, dissimulata nei libri», di uno studioso che seguì una linea audacissima di ricerca, dove si apriva la strada da solo. Una biografia intellettuale e al tempo stesso linaspettata apertura di un uomo elusivo, che per la prima volta ha accettato di svelarsi confidando «sceltissimi ricordi»: per esempio di quando Pasternak, amico di famiglia, mimava buffe scenette davanti a lui bambino; o di quando, trovandosi a Milano con i genitori, a otto anni, «si smarrì in mezzo alla folla, ma come per miracolo riuscì a ritrovare lalbergo. Un angelo è sceso da una guglia del Duomo e mi ha preso per mano disse».