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Max Ernst

Una settimana di bontà

Tre romanzi per immagini

A cura di Giuseppe Montesano

gli Adelphi, 659
2022, pp. 499, 416 tavv. in bn
isbn: 9788845937705

€ 26,00  (-5%)  € 24,70
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IN COPERTINA
Immagine tratta da Una settimana di bontà (1934).
2022 ADAGP paris
SINOSSI

Con il romanzo, com’è noto, i surrealisti non ebbero fortuna. Sicché, alla distanza, i più rapinosi potrebbero rivelarsi proprio quei romanzi per immagini che Max Ernst elaborò fra il 1929 e il 1934 ritagliando illustrazioni di feuilleton dell’Ottocento e dei primi del Novecento, e assemblandole poi in collage a cui aggiungeva didascalie di sua mano, destinate a essere, scrive Giuseppe Montesano, «segnali devianti e per­vertimenti del senso comune». Sono immagini folte di fanciul­le sensuali e innocenti insidiate da tenebrosi allievi di Sade, e di messieurs in abito nero e ghette che nascondono manie vergognose, mentre sullo sfondo freme «la città piena di so­gni» di Baudelaire e ancora «lo spettro adesca il passante in pieno giorno». Un allestimento onirico ereditato dai roman­zi d’appendice, dunque, ma che Ernst ha saputo trasforma­re, non senza un tocco di germanico unheimlich, in vessillo della sommossa perenne del desiderio. Si installa così in que­ste pagine perturbanti il più cupo e luminoso erotismo mai evocato dai surrealisti, dove un seno è un giocattolo e una capigliatura un sesso palpitante, dove i fantasmi del piacere hanno scollature abissali e le ossessioni si mutano in animali da preda, dove un lenzuolo su un corpo nudo è una cascata letterale e i rivoltosi dell’amore volano dalle finestre degli abbaini.

Il più cupo e luminoso erotismo mai evocato dai surrealisti.

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