2016 / pp. 331 / € 30,00 € 28,50
2016 / pp. 331 / € 30,00 € 28,50
-
Adelphi eBook
2016 / pp. 331 / € 11,99
Molti si sono posti, a proposito di Cesare Garboli, certe domande insidiose e insistenti: A quali princìpi si ispira? A quale scuola, a quali regole e discipline appartiene? E ancora: È un critico? Un saggista? Un diagnostico – come ha scritto qualcuno – di quella multiforme e incurabile malattia che chiamiamo «letteratura»? O un critico-lettore? Un «esecutore», che legge i libri come il pianista decifra lo spartito pieno di note da tradurre in musica? O un narratore mascherato da filologo? Molte di queste ipotesi hanno spesso sconfinato nella convinzione che i procedimenti critici di cui fa uso, misti di invenzione e interpretazione, presentino una stretta affinità con quelli di un attore.
Ma, più semplicemente, c'è anche chi riconosce a Garboli quell'esprit critique che, secondo Flaubert, non si può esercitare senza tirare in ballo se stessi, senza diventare a propria volta critici-artisti, nel momento in cui si decifra la poétique insciente, il messaggio inconscio nascosto in ogni espressione creativa che abbia aperto una nuova finestra sul mondo.
Pianura proibita è un libro che racconta una storia personale, e può essere letto come un diario nato da occasioni esteriori, ma illuminato da un sistema coerente di idee e attraversato da lucide confessioni. È la storia di un letterato che non ama i libri e non può farne a meno.
Per questa ragione l'autore di Pianura proibita ha spesso e volentieri abbandonato le pagine dei filosofi e degli scrittori per inoltrarsi rapito e felice in tutt'altre esperienze, nel teatro e nelle arti figurative. La guerra con i libri è costata a Garboli un prezzo altissimo, ma gli ha anche insegnato a muoversi come un animale in mezzo a foreste e montagne, prima di scendere a valle a trovare riposo in quella che gli arabi chiamano «pianura proibita» – quelle scritture dove la semplicità è un premio.