Isaiah Berlin
Karl Marx
A cura di Henry Hardy
Saggi. Nuova serie, 83
2021, 2ª ediz., pp. 309
isbn: 9788845936029
«Nessun pensatore del secolo scorso ha avuto un’influenza così diretta, meditata e profonda sull’umanità quanto quella esercitata da Karl Marx». L’incipit di questo libro ha la cadenza perentoria del dato acquisito, eppure registra un paradosso: Marx non possedeva né «le qualità che fanno un grande capo» (come Herzen), né la «meravigliosa eloquenza» di Bakunin, né un qualsivoglia tratto che suscitasse l’«intensa, quasi religiosa, venerazione dei discepoli» (come Kossuth o Mazzini). Muovendo da questo enigma, Berlin ripercorre magistralmente gli eventi esterni della biografia di Marx e gli aspetti salienti della sua formazione intellettuale: la mediazione tra l’empirismo scientifico dei francesi e lo storicismo metafisico dei tedeschi; il peso decisivo della critica della religione; la passione divorante per la letteratura. E ci fa via via scoprire come Marx, pensatore «dogmatico e pedante», interessato più alle teorie che agli uomini, sia tuttavia riuscito a cogliere lucidamente gli effetti dell’economia e dell’ideologia sulla società, inquadrandoli in una serie di prognosi di impressionante esattezza, a partire da quella sull’influenza decisiva dei mutamenti tecnologici e del capitale finanziario. Quello di Berlin è dunque un Marx opportunamente depurato da ogni presunta ortodossia – aderente al suo celebre autoritratto: «Quel che è certo è che io non sono un marxista».
«Il lavoro, nella visione cosmica di Marx, è ciò che per Dante era l’amore».