Jamaica Kincaid
Un posto piccolo
Piccola Biblioteca Adelphi, 456
2000, 3ª ediz., pp. 83
isbn: 9788845915840
Per molti Antigua è soltanto un’isola di spiagge bianchissime accarezzate dagli alisei, una per ciascun giorno dell’anno. Jamaica Kincaid, che ci è nata, ce ne mostra una faccia diversa. E, d’improvviso, è come se nello smalto verdeazzurro dei Caraibi si scoprisse una ferita in suppurazione, prodotta da politici predatori, interessati solo a perpetuare lo sfruttamento di chi, tanto tempo fa, colonizzò l’isola. Nulla riesce a contenere l’incalzare degli insulti che, con algida insofferenza, Jamaica Kincaid riversa su tutti, turisti compresi. Nulla riesce a placare il suo furore, neppure la consapevolezza che i discendenti dei colonizzatori siedono ormai «sul mucchio di immondizie della storia». Che il turista sprovveduto sfogli pure le pagine patinate delle solite guide: chi metterà in valigia questo scarno libretto scorgerà un’altra Antigua, che porta ancora i segni terribili di «una malattia europea» ma è finalmente un luogo ben distinto – e non il fondale per un dépliant pubblicitario. Come ha scritto Salman Rushdie, Un posto piccolo è «una lamentazione di grande forza e lucidità che si potrebbe definire torrenziale se il linguaggio non fosse controllato con tanta finezza».