Isaiah Berlin
Controcorrente
Saggi di storia delle idee
A cura di Henry Hardy
Saggi. Nuova serie, 34
2000, 2ª ediz., pp. 600
isbn: 9788845915604
La lotta contro le evidenze: così si intitola un saggio di Lev Šestov in cui il grande scrittore-filosofo russo, esaminando l’opera di Dostoevskij, scardina le convenzioni conoscitive dettate dal buon senso, dall’empirismo, dal politicamente corretto della filosofia e della psicologia. E proprio un’incessante «lotta contro le evidenze» è anche l’opera intera di Isaiah Berlin, ed eminentemente questa raccolta di saggi dedicati al «pensiero controcorrente», ovvero a quelle figure intellettuali che sfidarono lo Spirito del Tempo e seppero vedere oltre il velame della chiarezza illuministica. Note o meno note, tali figure vengono così inquadrate in una prospettiva inedita ma non per questo meno rigorosa. Anzi, la lettura di Berlin restituisce loro una problematicità e una contraddittorietà che le vulgate scolastiche e accademiche, caute e pacificanti, tendono a rimuovere: Machiavelli diventa così scrittore scomodo sia per il mondo cristiano (in virtù della fondazione di un’etica rigorosamente secolare) sia per i pensatori liberali, giacché tale etica ha come referente più la collettività dell’individualità; Vico viene indagato come il critico più spietato dell’«immutabilità della natura umana», e dunque non solo di ogni facile illuminismo ma di ogni positivismo ingenuo; Montesquieu si rivela anche un grande maestro di scetticismo; Hamann vede nei filosofi dei Lumi altrettanti «terribili semplificatori» del pensiero; Herder si muta in un geniale e provocatorio anticipatore di Heidegger contro la tecnofilia dell’Occidente; Moses Hess, «padre del comunismo tedesco», precorre Marx e Engels e insieme, paradossalmente, li supera; e Sorel si collega a un’alta tradizione di insofferenti, da Stirner agli esistenzialisti.