1994 / pp. 195 / € 12,00 € 11,40
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Adelphi eBook
2014 / pp. 195 / € 6,99
Gli scrittori che Giovanni Macchia allinea in questa mirabile galleria di ritratti – e di penetranti analisi – sono colti, anziché nello splendore della giovinezza, in momenti di crisi, quando, prossimi alla vecchiaia o attaccati da malattie, si avviano verso la fine. Scelta ardita – e felice.
Perché ogni scrittore ha un proprio tramonto (Invecchiare: problema per artisti, dice un celebre titolo di Gottfried Benn). Ma non sempre la vecchiaia è una condanna alla rinuncia e al silenzio. Casanova diventò grande scrittore a più di sessant’anni, e sarebbe stato dimenticato se non avesse scritto a quell’età le sue memorie. Montaigne acquistò nell’ultimo periodo della sua vita un’energia e un coraggio che non aveva mai posseduto, quasi non vedesse più il passato come un ammasso di rovine e osservasse il volto dei tempi nuovi con un misto di terrore e di speranza.
Altri tramonti si abbatterono su altri scrittori: furono i disastri psichici a devastare la loro esistenza (e solo dopo molti anni sarebbe apparsa la «terribile signora», come la chiamava Proust: raggiunse Molière sul palcoscenico mentre stava recitando, inseguì Stendhal, ignaro, in una strada di Parigi). O fu una strana stanchezza, un sentimento di esilio, di non appartenenza, come il peso di una latente infelicità, come il desiderio invincibile di prendere un’altra via: quella del suicidio?
Ed è un tramonto emblematico quello che chiude il volume: grande scrittore, storico, saggista, Hippolyte Taine compose, ormai vicino alla morte, Le origini della Francia contemporanea. Forse il suo capolavoro.