Isaiah Berlin
Il senso della realtà
Studi sulle idee e la loro storia
A cura di Henry Hardy
Saggi. Nuova serie, 29
1999, pp. 425
isbn: 9788845914294
La celebre osservazione di Nabokov secondo la quale dovremmo ormai usare la parola realtà solo fra virgolette è il più efficace avvio a questa raccolta di saggi di Isaiah Berlin, che si apre con una lucida dimostrazione di come la verità sia un atteggiamento, una tensione, un incessante movimento di spinte e controspinte che disegnano un imprevedibile chiaroscuro conoscitivo. Berlin parte da una critica al pericolo riduzionistico insito in ogni applicazione indiscriminata dei metodi e delle conquiste delle scienze naturali al proteiforme oggetto della storia: ma quando abbiamo colto i limiti di questo appiattimento generalizzante ecco che egli ci addita le insufficienze e le aporie della speculazione antimoderna. La realtà è insomma lì, nella sua tenebra neutra, inafferrabile dal concetto hegeliano, dalla panacea evoluzionistica e dallintuito vitalistico-mitopoietico dei romantici: tutti ne conoscono una faccia o uno strato, nessuno può catturarla nella rete di un sistema.
Questo esercizio di navigazione negli arcipelaghi del pensiero si ritrova, di saggio in saggio, in molteplici forme, offrendosi ogni volta come antidoto alle pompose certezze degli «utopisti laici» e dei «bigotti teocratici». Come in nessun altro autore del nostro tempo sentiamo qui vibrare una variazione della metafora di Musil: pretendere di fissare la «realtà», di capirla una volta per tutte, è come pretendere di piantare un chiodo nello zampillo di una fontana.
Il senso della realtà raduna saggi scritti fra il 1953 e il 1972.