2021 / pp. 169 / € 13,00 € 12,35
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Adelphi eBook
2021 / pp. 169 / € 11,99
Manifestando pienamente la sua vocazione di scrittore-detective, Sciascia ci consegna con Cronachette una teoria di ritratti memorabili: «Vanno dai primi del secolo XVII ad oggi: ma in tutte è il senso e il senno dell’oggi, almeno nelle intenzioni; e così spero le intenda chi delle cose di oggi ha ancora il senso (come dire “il senso del pericolo”) e continua ad aver senno nel giudicarle» scriveva Sciascia nel risvolto della prima edizione. Si tratta spesso di figure misconosciute: don Alonso Giron, che, accusato dell’assassinio di un adolescente e giustiziato, fu protagonista di un funerale simile a un dipinto di Zurbarán; don Mariano Crescimanno, benedettino che intorno al 1735, a Modica, fu a capo di una «puzzolente carnale eresia» e quindi costretto in segrete fra le cui pareti urlava atrocemente giorno e notte; la Rosetta de Woltery, canzonettista del teatro San Martino nella Milano del 1913: la Milano di Verga e degli Scapigliati, che celava tuttavia in sé la Milano di Stendhal. E proprio Stendhal funge da cerniera con l’altro versante di Cronachette, dove si evocano figure più note ma colte in frangenti poco noti: il principe Pietro Bonaparte, che fu amico di Victor Hugo e che avrebbe ispirato a Stendhal il personaggio di Fabrizio del Dongo; Mata Hari, a cui Sciascia carpisce inimmaginabili esibizioni al Trianon di Palermo; e Garibaldi, i cui meriti vengono in parte ridimensionati nella testimonianza di padre Giuseppe Buttà, censore dell’«inettitudine e pavidità» dell’esercito borbonico e insieme avversatore dell’‘eroe dei due mondi’, ridotto a «piccolo uomo incerto, spaurito e quasi svanito».