Giorgio Colli
La sapienza greca, III
Eraclito
1980, 3ª ediz., pp. 215
isbn: 9788845904295
Eraclito di Efeso, scriveva Giorgio Colli, è il primo sapiente «che si proclama scopritore e possessore di una legge divina che incatena gli oggetti mutevoli dell’apparenza, e lui stesso per primo dà il nome di logos a questa legge. Esso è la trama nascosta del dio che regge e sferza tutte le cose, ma coincide al tempo stesso con il ‘discorso’ di Eraclito, con le sue parole». A tali parole è dedicato il terzo volume della Sapienza greca, che Colli stava ultimando quando fu sorpreso dalla morte, nel gennaio 1979. E su di esse, che tanti commenti hanno suscitato, per secoli, sarà facile misurare la radicale novità dell’interpretazione che Colli ci ha offerto di tutto il pensiero greco arcaico.
Ricollegandolo strettamente, nel suo insieme, all’esperienza misterica e all’enigma, Colli aveva già indicato, nei primi due volumi della Sapienza greca, la prospettiva entro cui accogliere «la vibrazione del nascosto che pervade le parole eraclitee». Eraclito infatti era, per Colli, appropriatamente detto «l’oscuro», in quanto egli è colui «che enuncia i suoi enigmi senza scioglierli». Ma, per avvicinarsi a tali enigmi, l’indagine filosofica non basta, se non risale ai due dèi che occultamente la reggono, Dioniso e Apollo e, di là da essi, a quell’archè dove «il nascimento comanda». Nella presente edizione, alla traduzione dei frammenti eraclitei, che Colli considerava definitiva, fanno seguito i suoi appunti per il commento, che si è preferito lasciare allo stato di ‘torso’, accompagnandovi in appendice una scelta dei passi più significativi, di altre opere di Colli, nei quali compare menzione di Eraclito.