2021 / pp. 169 / € 13,00 € 12,35
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Adelphi eBook
2021 / pp. 169 / € 11,99
L’onorevole, quasi un morality play, percorre in tre atti folgoranti, sanciti da una chiusa beffarda dove Pirandello sembra incontrare Brecht, la vicenda di un modesto professore di liceo benedetto (e moralmente dannato) da una repentina elezione al Parlamento e poi da una lunga carriera politica fatta di meschinità e menzogne, intrighi e compromessi, cedimenti e tradimenti pubblici e privati. Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A. D. (ovvero – siamo nel 1969 – al leader della primavera di Praga Alexander Dubček) richiama le atmosfere illuministiche del Consiglio d’Egitto, evocando per rapidi scorci, con un occhio che ironia e sarcasmo rivelano ben fermo sul nostro tempo, un conflitto fra Stato e Chiesa nella Sicilia del primo Settecento, a cavallo di quel trattato di Utrecht che vede l’isola passare dal dominio aragonese a quello di Vittorio Amedeo II di Savoia. Con I mafiosi, infine, Sciascia individua nella nascita del Regno d’Italia il momento in cui l’«onorata società» si trasforma, da semplice seppur intimidatoria associazione a delinquere, in «mafia di Stato»: così, il gruppo di malfattori già gerarchicamente organizzati che abbiamo conosciuto in carcere diviene – stessi uomini, stesse procedure – il comitato elettorale di un potente, venerato Incognito, emblema di un nuovo e fino a oggi rinnovato potere. Lo Sciascia che qui incontriamo è dunque quello della denuncia e della satira, della riflessione e del divertissement, in tre commedie che hanno la tensione e l’appassionante slancio delle sue storie migliori.