Edizione italiana a cura di Giovanni Gurisatti
2022 / pp. 313 / € 42,00 € 39,90
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Adelphi eBook
2022 / pp. 313 / € 24,99
Attraverso una magistrale e minuziosa interpretazione del celebre mito della caverna – in cui si narra della condizione dell’uomo, costretto fin dalla nascita nell’oscurità, e del suo rivolgersi, della sua conversione alla luce del sapere –, Heidegger mostra come con Platone l’idea di verità subisca un mutamento essenziale, in particolare rispetto alla figura che di essa si era delineata in Parmenide, e come tale mutamento segni l’inizio di un destino dal quale l’umanità è condotta, volente o nolente, fino alla tecnica moderna. Al tempo stesso egli chiarisce che la verità non è un «valore» che si lasci tranquillamente addomesticare in vista di un’arcadica edificazione dell’uomo – come vorrebbero le legioni dei neoumanisti –, ma piuttosto un evento in cui l’uomo mette in gioco tutto se stesso e che implica necessariamente il rischio della caduta, del fallimento, della «non verità». Così il pensare filosofico, che in tale cimento si dibatte a fatica, non è una disciplina specialistica o una tecnica, né una visione del mondo o un «valore culturale», bensì un radicale «domandare che trasforma l’uomo, nel suo esistere, dalle fondamenta».
Questo volume, che propone il corso universitario tenuto da Heidegger a Friburgo nel 1931/32 – dunque nel periodo in cui matura la cosiddetta «svolta» –, è, fra l’altro, una clamorosa dimostrazione della perspicuità di Heidegger, della sua somma capacità di elucidare le questioni più ardue, quasi guidando passo per passo il suo interlocutore. In breve, esattamente l’opposto di quella fumosità e astrusità che da sempre gli rimproverano i suoi oppositori.