2019 / pp. 333 / € 15,00 € 14,25
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Adelphi eBook
2020 / pp. 333 / € 7,99
Con una verve e un gusto del pastiche che fanno irresistibilmente pensare a un certo Borges, Landolfi ci offre in questa silloge novellistica un breve ma strabiliante repertorio di pezzi di bravura, che rinnoverà nei suoi lettori più fedeli il sottile piacere di essere partecipi, e complici, del gioco di alta prestidigitazione della scrittura landolfiana. E il piacere verrà moltiplicato dalle innumerevoli sfaccettature dei temi e delle tonalità: dal racconto eponimo – una perfetta parabola sulla tormentosa gestione del talento e dell’irresolutezza –, dove si narra di un nobiluomo che usa una spada avita per tagliare in due la fanciulla che ama in una sorta di rito dolcissimo e struggente; alla relazione accademica di un cane – un professore arzebeigiano, Onisammot Iflodnal –, il quale annuncia a un pubblico parecchio irritato che anche gli uomini, sebbene non tutti, «intendono, sentono, pensano»; a «una cronaca brigantesca» che già nell’epigrafe, tratta da Michael Kohlhaas, evoca atmosfere kleistiane; al solo apparentemente comico Il babbo di Kafka, in cui l’ironia vela a malapena risvolti dolorosamente autobiografici...