A cura di Anna Raffetto
2024 / pp. 320 / € 14,00 € 13,30
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Biblioteca Adelphi
2002 / pp. 320 / € 24,00 € 22,80 -
Adelphi eBook
2014 / pp. 321 / € 7,99
«Le ho appena spedito il mio “Gogol' attraverso lo specchio”» scrive Nabokov, alla fine di maggio del 1943, all'editore Laughlin che gli ha commissionato un saggio divulgativo sullo scrittore russo. «Questo piccolo libro mi è costato più fatica di qualsiasi altro. La ragione è chiara: dovevo prima creare Gogol' (tradurlo) e poi analizzarlo (tradurre le mie idee russe su di lui). Lo strappo ricorrente compiuto nel passare da un ritmo di lavoro all'altro mi ha esaurito. Mi ci è voluto esattamente un anno per scrivere il libro. Non avrei mai accettato la sua proposta se avessi saputo quanti galloni di sangue-cervello avrebbe assorbito; né lei avrebbe fatto la proposta se avesse saputo quanto a lungo doveva aspettare». Il saggio ottiene subito un grande successo, anche se dall'inizio alla fine Nabokov si guarda bene dal seguire le indicazioni ricevute, e manifesta ripulsa per i riassunti e le pedanti esposizioni tipiche del volgarizzatore. Predilige piuttosto gli effetti sorprendenti (comincia con la morte di Gogol' per finire con la sua nascita), gli aspetti bizzarri, le diversioni impazienti – e si limita a ciò che ritiene il meglio dello scrittore, trascurando il resto. Ma riesce, con il suo tocco magico, a trasformare particolari in apparenza insulsi, dettagli persino privi di senso artistico, in trionfi dell'immaginazione: lo sciame di personaggi secondari del Revisore, che prendono vita nello spazio di una digressione; la splendida poetica dell'irrilevanza e l'apoteosi della volgarità compiaciuta in Anime morte; le oscillazioni perturbanti di un incubo grottesco nel Cappotto, a cui dedica, in un superbo crescendo, l'ultimo capitolo – prologo folgorante all'estetica del Nabokov narratore.
Come il Proust di Beckett, questo Gogol’ è un saggio rivelatore non solo del suo oggetto ma dell’autore.