2020 / pp. 177 / € 18,00 € 17,10
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«Tristesse, che parola graziosa...». Nella Parigi degli anni Trenta, dove ogni alberghetto è uguale all'altro e ogni café può celare un nuovo, tormentoso incontro, una donna che scopre di non essere più giovane insegna a sé stessa l'arte del distacco. E Londra, dove presto dovrà tornare, non le riserva niente di meglio: «Perché non ti sei annegata nella Senna?» le domanda l'ultimo parente che sembrava disposto a occuparsi di lei. Per Sasha, ormai, si tratta solo di dimenticarsi «dei vicoli bui, dei fiumi bui, del dolore, della lotta», delle «voci che loro usano come pugnali». E quando i giorni e le notti si fanno ancora più solitari e desolati, c'è un unico modo per sopravvivere alla sua caparbia, febbrile perdizione: «Soprattutto non piangere in pubblico, e se possibile nemmeno in privato». Meglio tingersi subito i capelli di biondo cenere e correre all'appuntamento con quello strano gigolo dalla nazionalità indecifrabile e la lunga cicatrice che gli attraversa la gola.
Una donna infelice «come una leonessa da circo, come un’aquila senz’ali, come un violino con una corda sola e per di più rotta».