2007 / pp. 131 / € 9,00 € 8,55
2007 / pp. 131 / € 9,00 € 8,55
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Fabula
1998 / pp. 131 / € 12,00 € 11,40 -
Adelphi eBook
2017 / pp. 131 / € 3,99
«Dopo aver creato il cane, Dio si fermò un istante a contemplarlo nelle sue incertezze e nei suoi slanci, annuì e seppe che era cosa buona, che non aveva tralasciato nulla, che non avrebbe potuto farlo meglio»: scritta da Rilke a un'amica, è la frase che troviamo sulla soglia di questo romanzo – una nuova incursione di Rosa Matteucci nell'universo aggrovigliato e dolente dei rapporti familiari. Nella famiglia della narratrice sono proprio i cani ad assumere un ruolo determinante: quello di una «risicata passerella di corde gettata fra due impervie ripe sentimentali». Da un lato del baratro c'è una madre di «leggendaria bellezza», refrattaria a qualunque «smanceria», sorda a ogni «desolato richiamo d'amore», e del tutto disinteressata a fornire alla prole più che un incorporeo nutrimento spirituale; dall'altro, una figlia convinta da sempre della propria inadeguatezza, che non nasconde «una malsana predilezione per quello sfaticato» di suo padre, e votata all'accudimento di una lunga serie di cani, tanto deliziosi quanto pestiferi (e nutriti, loro sì, parecchie volte al giorno). Finché non si troverà, la figlia, a dover accompagnare la madre, amata sempre di un amore tacito e geloso, nel drammatico percorso della malattia che la porterà alla morte. Ancora una volta, con il consueto, lucido puntiglio e con quella lingua ardita e immaginosa che è soltanto sua, Rosa Matteucci mette in piedi un teatrino degli affetti al tempo stesso struggente e grottesco, dove allo strazio si alterna continuamente il riso.
Dopo Cuore di mamma, una nuova incursione di Rosa Matteucci nell’universo aggrovigliato e feroce dei rapporti familiari.