Irène Némirovsky
Il vino della solitudine
gli Adelphi, 445
2013, 8ª ediz., pp. 245
isbn: 9788845928482
«Nell'estate del 1933, quando inizia a prendere i primi appunti di quell'“autobiografia mal dissimulata” che diventerà, due anni dopo, Il vino della solitudine, Irène Némirovsky è sulla soglia del trentesimo anno. L'età giusta per una delle più spietate rese dei conti della letteratura moderna ... perché un'infanzia infelice non è solo un periodo della vita, qualcosa a cui sarà possibile rimediare in epoche successive: “è come un'anima senza sepoltura, geme in eterno”. E proprio questo sarà il grande tema del libro, una volta terminato il lavoro di scavo nella memoria: la costruzione di un'identità costretta ad affondare le sue radici in una terra avvelenata, nutrendosi di ciò che più detesta. Hélène, la bambina che non è stata amata, fiera e testarda come Hedda Gabler di Ibsen, non potrà che rendere pan per focaccia, trasformando la sua evoluzione in una lenta vendetta».
Emanuele Trevi