Leo Frobenius
Storia della civiltà africana
Il ramo d'oro, 58
2013, pp. 483, 80 tavole fuori testo, 186 figure nel testo, 50 carte nel testo
isbn: 9788845928161
Leo Frobenius dedicò parecchi anni, all’inizio del Novecento, a spedizioni antropologiche e archeologiche nei luoghi più vari dell’Africa, dal Fezzan al Capo, dal Sudan al deserto del Kalahari, e ne riportò preziosi reperti, oggetti di culto e della vita quotidiana, nonché le prime riproduzioni di ignote pitture rupestri. Ma altrettanto prezioso fu il tesoro di storie che raccolse dalla viva voce di narratori locali e poi pubblicò nei dodici volumi di Atlantis, inesauribile miniera di miti, fiabe e leggende. L’opera in cui tutte queste esperienze e scoperte si presentarono in una sorta di summa fu tuttavia la Storia della civiltà africana, apparsa nel 1933. Opera imponente, audace nel suo impianto teorico per la visione diffusionista dei Kulturkreise – che oggi torna a essere dibattuta –, questa Storia è anzitutto il tentativo affascinante di delineare la morfologia di un continente, tentativo che rimane unico nel suo genere. Come pure è altamente peculiare il fondamento conoscitivo che qui si rivendica: l’esigenza di individuare la Ergriffenheit, la «commozione» che sta alla base di ogni forma di cultura. Non meraviglia dunque che fra i lettori più attenti e appassionati di questo libro vi siano stati Pavese, Canetti e Giorgio de Santillana. E va ricordato che i primi sostenitori della négritude, come Senghor, riconobbero nella Storia di Frobenius la più grandiosa rivendicazione, da parte di uno studioso occidentale, di ciò che è stata, nelle sue variegate manifestazioni, la civiltà africana.