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Marcel Schwob

Vite immaginarie

A cura di Fleur Jaeggy

gli Adelphi, 421
2012, 3ª ediz., pp. 206
isbn: 9788845927218

€ 13,00  (-5%)  € 12,35
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IN COPERTINA
Johann Heinrich Füssli, Donna al chiaro di luna, Kunstmuseum, Basilea. HANS HINZ - ARTOTHEK / ARCHIVI ALINARI
SINOSSI

«È hashish... dà fuoco all'immaginazione »: così disse il poeta Albert Samain quando lesse le Vite immaginarie, ventitré ‘percorsi di vita', brucianti di rapidità, dove incontriamo personaggi illustrissimi, come Empedocle o Paolo Uccello o Petronio, e gli ignoti destini di Katherine, merlettaia nella Parigi del Quattrocento, o del maggiore Stede Bonnet, ‘pirata per capriccio', o degli impeccabili assassini Burke e Hare – e tutti circondati dalle folle senza nome di mendicanti, criminali, prostitute, mercanti ed eretici che abitano la storia. È vano, come pure in Borges, tentare di discriminare il vero e l’immaginato in queste superfici splendenti, perché tutto vi è visionario e segretamente unito in una sola catena, a dimostrare le parole di Schwob secondo cui «la somiglianza» è «il linguaggio intellettuale della differenza» e «la differenza... il linguaggio sensibile della somiglianza».

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