Igino
Mitologia astrale
Biblioteca Adelphi, 539
2009, 3ª ediz., pp. 199, 19 tav. a colori f.t.
isbn: 9788845923692
Il cielo dei Greci antichi – quindi anche quello dei Romani e, di conseguenza, il nostro – risale nel suo insieme all’epoca alessandrina. Ed è un cielo tutto trapunto di forme del mito, affollato di personaggi che, con cadenza esatta, attraversano la volta celeste mostrando agli occhi umani un intero mondo di narrazioni, vera e propria mitologia astrale che ogni notte si accende, sopra le teste dei mortali, come un soffitto dipinto con immagini di dèi ed eroi. Creare costellazioni – come insegna Arato – aiutò a orizzontarsi nell’apparente disordine del cielo, permise di individuare un assetto, conforme alla prospettiva umana, nello spazio infinito dell’universo, cogliendovi un ritmo cosmico. E dietro a ogni costellazione sta un racconto, o meglio una pluralità di racconti. Di questi racconti la Mitologia astrale di Igino, testo di astronomia e insieme manuale di mitografia, offre la più ampia e documentata testimonianza. Raccogliendo un’affascinante tradizione che in molti casi rimane attestata soltanto dalle sue parole, costituisce dunque la via regia per comprendere l’antica scienza del cielo fondata sul catasterismo, ovvero «trasformazione in stella», versante narrativo antitetico rispetto alla trasformazione animalesca di cui le Metamorfosi di Ovidio presentano il quadro più variegato della letteratura classica.