Charles Malamoud
Il gemello solare
i peradam, 9
2007, pp. 244
isbn: 9788845921506
Nel tentativo di dare struttura e senso alla massa informe delluniverso, i pensatori dellIndia più antica, i ritualisti del periodo vedico, si sono instancabilmente adoperati a tessere una prodigiosa ragnatela di connessioni e corrispondenze. Il telaio usato per intrecciare il delicato arazzo di ciò che chiamiamo realtà era la grandiosa macchina del sacrificio, che aveva come punto focale la messa a morte di una vittima animale o vegetale. E filo conduttore di questa nuova raccolta di saggi di uno dei più acuti interpreti del pensiero vedico è lo stesso dio della morte, Yama (vale a dire «costrizione»): figlio del Sole, ha una sorella gemella, Yamī, la quale gli corrisponde amorosamente come la Terra corrisponde al Cielo, in un rapporto che costituisce il modello indiano delle relazioni tra fratelli e sorelle. Benché immortale in quanto dio, Yama è il primo a sperimentare la morte, e a tracciare così il cammino verso laldilà, quel regno dei Mani o dei Padri, moltitudine senza più volto, cui gli antenati accedono attraverso il rituale dello śrāddha, che sancisce lallontanamento dal mondo dei vivi mediante la dispersione dei resti e la consegna alloblio dei loro nomi. Yama è antaka, «colui che pone fine» alla vita, ma proprio stabilendo questo confine assoluto egli dà senso a tutti i limiti che regolano e rendono possibile lesistenza nel mondo. Giudice ultimo delle azioni degli esseri umani, Yama è anche il «re del dharma», colui che veglia sullordine cosmico e sociale, prototipo di ogni sovrano. La sua morte, inoltre, determina listituzione di un altro limite, quello fra notte e giorno, oggi e ieri: impietositi dal lutto di Yamī per la scomparsa del gemello, indefinitamente protratto in un «oggi» che non passava mai, gli dèi fissarono infatti le cesure temporali grazie alle quali domani può essere un altro giorno.