Willa Cather
La nipote di Flaubert
Piccola Biblioteca Adelphi, 533
2005, pp. 136
isbn: 9788845920110
Nell’agosto del 1930, in un glorioso albergo di Aix-les-Bains, Willa Cather stringe amicizia con una vecchia signora francese dal nobile aspetto, imperiosa e autorevole. È un’estate torrida, ma la vecchia signora sembra non curarsene: resistere e portare caparbiamente a compimento le cose sembra la sua ragione di vita. Con stupore, nel corso di conversazioni venate di un’impagabile politesse, la Cather scopre che la sconosciuta ha frequentato Turgenev – e che questo non è il suo solo segreto: «Anche mio zio era un uomo di lettere, Gustave Flaubert, forse ne avrete sentito parlare...». In virtù della magica rivelazione, il racconto di un «incontro casuale» si tramuta in un affabile e insieme appassionato discorso sulla letteratura, dove opere e personaggi hanno il peso di eventi fatali – e l’Educazione sentimentale, ad esempio, è qualcosa «che “ci resta”, allo stesso modo in cui dopo certe malattie ci resta una debolezza di cuore. È questa impressionante intelligenza della letteratura a rendere così ammalianti i «bozzetti» che la Cather – convinta che i libri e gli autori a lei più cari avessero smesso di parlare alle generazioni più giovani – radunò nel 1936, sconsigliandoli polemicamente a chi avesse meno di quarant’anni. Ma nel trasmetterci, da retrograda quale si de$nisce, ciò che più le preme, Willa Cather delinea un’audace visione letteraria, quella del «romanzo dé meublé»: che di fatto smentisce la sua certezza di parlare solo ai «tradizionalisti»: un invito a lasciare libera la scena, nuda come in un teatro greco, al dramma delle emozioni.