2020 / pp. 147 / € 14,00 € 13,30
2020 / pp. 147 / € 14,00 € 13,30
-
Adelphi eBook
2020 / pp. 147 / € 7,99
La grande musica del Novecento si presentava spesso agli amici come un complesso di regole senza gioco. Per gli spettatori debuttanti sul campo nei lontani anni Cinquanta fra i neorealismi e gli astrattismi, lEpico e lAssurdo, la Callas e lOsiris e le ideologie minatorie e il culto del Progresso le discusse novità live nei festival erano La carriera del libertino, Mosè e Aronne, Langelo di fuoco, Capriccio, Guerra e pace, Una Lady Macbeth di Mzensk, e unabbondante produzione di lavori orchestrali o da camera. Prime storiche e memorabili, alla Scala e alla Fenice e a Berlino e a Vienna, fra giudizi caotici a caldo e tipici equivoci depoca: Stravinskij restauratore del rétro, Schönberg patrono dei carrieristi, Strauss birroso epigono, Prokofiev professionista di rappresentanza, ostakovič epico alfiere di gloriosi caduti... E tuttintorno oltre ai più noti Berg, Weill, Bartók, Webern, Honegger, Hindemith, Britten, Milhaud, Poulenc, Janáček, gradatamente accolti il silenzio dei cancellati. Perseguitati dalle varie intolleranze ideologiche, politiche, avanguardistiche, accademiche: Schreker, Křenek, Pfitzner, Korngold, Zemlinsky, Szymanowski, Schmidt, Schoeck, e altri emarginati da recuperare e intendere. Ma come e quando, in flashback o in performance, fra gli sbarramenti del tardo Novecento e le riabilitazioni del Postmoderno?
Come tutti i messaggi e i prodotti, ovviamente, anche le migliori o peggiori composizioni sono tenute a incontrare direttamente i propri destinatari e consumatori: un pubblico di utenti più o meno connaisseurs che le fruisce o fraintende secondo le idee correnti nelle diverse epoche. Variano infatti le mode, i conformismi, i dissensi, fra pregiudizi perentori, ricezioni malintese, provoca- zioni e trasgressioni che mixano i must e i post col Kitsch e il Trash.
Attraverso i contesti e i gusti mutanti, però, si trasformano continuamente anche le figure e le carriere dei Classici Moderni. E le verifiche discordi sui loro angeli e demoni, e i capricci, i libertini, le appassionate, le birbone... Allora, dopo mezzo secolo di eventi illustri e controversi vissuti direttamente dalla parte degli spettatori, un flâneur di varie arti come Alberto Arbasino si fa memorialista filarmonico di innumerevoli rappresentazioni e interpretazioni e personalità ormai piuttosto mitiche. Con parecchie curiosità e libertà romanzesche rispetto a diverse tradizioni e avanguardie anche dissipate o disperse.