2008 / pp. 205 / € 18,00 € 17,10
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Adelphi eBook
2014 / pp. 205 / € 10,99
Le famiglie, comè noto, fra le altre cose generano mostri e talvolta da mostri vengono distrutte. Forse a questa verità generale siamo preparati: molto meno alla constatazione che possano esistere mostri come Sam, in apparenza il più tenero, sorridente, affidabile dei mariti e dei padri. Per parlare con i suoi figli, e per attirarli a sé, Sam è disposto a tutto, anche a inventare una sua personalissima versione della lingua artificiale e orribilmente dolciastra con cui gli adulti spesso immaginano che i bambini amino comunicare. Eppure, in questo caso il trucco va a segno, e il lessico familiare, luccicante e perverso di Sam trascinerà inesorabilmente in un gorgo patologico e autodistruttivo prima la moglie Henny, poi i sette ragazzi nati dal matrimonio. Luomo che amava i bambini, lopera per la quale Christina Stead viene considerata una narratrice fra le più potenti delle ultime generazioni, non è certo il primo tentativo di sottoporre a dissezione il corpo della famiglia ma è senzaltro, dal punto di vista romanzesco, uno dei pochi destinati a restare. Ed è soprattutto un libro, come ha scritto Randall Jarrell, in cui il lettore non può fare a meno di chiedersi, quasi a ogni pagina: «Ma come ha fatto a sapere tutte queste cose di me?».
Luomo che amava i bambini è stato pubblicato in Italia nel 1978 con il titolo Sabba familiare nella traduzione di Floriana Bossi, che qui viene ripresa con qualche ritocco.