2024 / pp. 259 / € 14,00 € 13,30
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Biblioteca Adelphi
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Adelphi eBook
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Un giorno, sul finire degli anni Sessanta, Parise vede nella piazza sotto casa un bambino con in mano un sillabario. Gli si avvicina e legge: «L’erba è verde». Sono tempi politicizzati, in cui si fa spesso ricorso a parole «difficili», e quella pagina limpida e colorata acquista il significato di un monito, un richiamo all’essenzialità della vita e della poesia: «Gli uomini d’oggi secondo me hanno più bisogno di sentimenti che di ideologie». Nasce così l’idea di una serie di brevi racconti (o romanzi in miniatura o poesie in prosa, difficile dirlo), dedicati a sentimenti umani essenziali, che disposti in ordine alfabetico compongano una sorta di dizionario. I primi, da Amore a Famiglia, escono sul «Corriere della Sera» fra il 1971 e il 1972, e a tutti è subito chiaro che mai la scrittura di Parise è stata così felice, quasi fosse scaturita da quella condizione di armonia, di energia che lo scrittore aveva sempre cercato: «una specie di limbo, di lieve e soffusa esaltazione, in cui nel suo complesso ti piace la vita e ne hai al tempo stesso nostalgia». Una seconda serie, da Felicità a Solitudine, esce fra il 1973 e il 1980, e nel 1984 i due Sillabari vengono riuniti in un unico volume. Rileggendoli a distanza di vent’anni, scopriamo, non senza stupore, che il tempo nulla ha tolto a quei racconti tenacemente controcorrente, frutto di una fulminante concentrazione, o meglio riduzione agli elementi primi, della realtà: ci appaiono nitidi, assoluti, chiusi in una nervosa, brusca perfezione come figure scontornate, eppure capaci di evocare, al pari di un sillabario, un intero mondo perduto. Come ha scritto Cesare Garboli, nei Sillabari Parise «distilla la pietra filosofale del raccontare. Ma non racconta, fa qualcosa di più. Invoglia a pensare che il mondo sia raccontabile, e che la sua raccontabilità sia una meraviglia da scrutare attraverso un foro minuscolo».