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Kamasutra

Traduzione di Vincenzo Vergiani
A cura di Wendy Doniger, Sudhir Kakar

Biblioteca Adelphi, 443
2003, 2ª ediz., pp. CVII-335, 8 tavv. a colori f.t.
isbn: 9788845917844

€ 32,00  (-5%)  € 30,40
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IN COPERTINA
Dipinto eseguito a Bikaner, in Rajasthan, tra il 1678 e il 1698.
FITZWILLIAM MUSEUM, UNIVERSITY OF CAMBRIDGE
SINOSSI

Amori leciti e illeciti, tattiche di seduzione, cataloghi di carezze, gemiti e percosse, posizioni erotiche raccomandate o da evitare, suggerimenti ai mariti e alle mogli, consigli alle cortigiane su come intrecciare o troncare una relazione, sguardi indiscreti sugli svaghi dei ginecei reali, e poi varie tipologie umane, descrizioni di passatempi, regole di bon ton, norme dietetiche, istruzioni per sortilegi... E soprattutto, sottintesa, una strepitosa conoscenza dei fatti della vita. È un’India per molti versi sconosciuta e ben diversa dalle immagini care alle bigotterie occidentali quella che si dispiega dinanzi agli occhi del lettore del Kāmasūtra, il trattato sull’arte erotica composto da Vātsyāyana Mallanāga intorno al III secolo d.C. E Wendy Doniger – forse la più duttile e versatile fra i grandi indologi contemporanei – ce lo mostra in una luce nuova: non più edulcorato o addirittura censurato, come nelle prime traduzioni europee ottocentesche, ma neppure ridotto alla catena di montaggio erotica come un qualsiasi film hard-core. Basandosi su un commento moderno in hindi di Devadatta Shastri e sul più antico fra quelli a noi pervenuti, la Jayamangalā di Yaśodhara, la Doniger ci restituisce il testo nella sua fondamentale sapienza: pragmatico, e rivolto a un pubblico cittadino, colto e raffinato, fatto soprattutto di aristocratici «uomini di mondo» e «cortigiane di lusso», ma anche di ricchi mercanti, giovanotti ambiziosi e squattrinati, smaliziate ragazze di buona famiglia. Prezioso per chiunque intenda comprendere la concezione che l’India classica aveva della sessualità e dei piaceri della vita in genere, mirabilmente ironico nella sua impassibile gravità, il Kāmasūtra tratteggia con tocchi vividi e affascinanti il profilo di una società distante nel tempo e nello spazio, che seppe percorrere la via del kāma, del «desiderio». E volle perciò condensare il suo sapere in un manuale simile al Cortegiano, che insegna i vari modi di comportarsi fino al momento in cui, come osserva Vātsyāyana celando appena un sorriso, «la ruota dell’estasi sessuale gira a pieno ritmo», e allora «non vi è manuale che tenga, e nessun ordine».

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