Charles Simic
Hotel Insonnia
Piccola Biblioteca Adelphi, 482
2002, 3ª ediz., pp. 191
isbn: 9788845917134
Charles Simic, ironico, sfrontato, guizzante e tenero poeta, è maestro della lirica breve e della sprezzatura. Il suo mondo, folto di immagini balenanti («Le stelle – impronte di denti sulle matite dei bambini»), è una sottile, tenace esplorazione di quanto ci sta intorno. L’insonnia è la sua malattia. Il suo sguardo, attratto dalle zone di confine, si posa spesso su una regione sospesa tra il sogno e la veglia, la fantasticheria e la contemplazione, in cui il lettore si trova, in un primo momento, spaesato. Le sue parole ricreano fotogrammi dall’inquadratura decentrata, ritraggono dettagli della realtà per mostrarne l’elemento alieno che vi è inglobato, allegramente terrifico, eppure consueto. Un elemento che vive a nostra insaputa e sotto i nostri stessi occhi: «e a mezzogiorno il soffitto / è un sontuoso viluppo / d’ombre frondose / che s’aggrovigliano e sgrovigliano». Il tono discorsivo, il lessico semplice, la sintassi elementare e il verso libero danno forma a visioni terse, sorprendenti quanto icastiche, trama di un cantare zingaro che costeggia la morte opponendole il sorriso di un’intelligenza ardente quanto vigile.