Rudyard Kipling
Kim
Biblioteca Adelphi, 400
2000, 2ª ediz., pp. 357, 8 tavv. a colori f.t.
isbn: 9788845915833
Un ragazzino gioca seduto a cavalcioni su un gigantesco cannone: è Kim, altrimenti noto come «il Piccolo Amico di tutto il Mondo»; orfano di un sergente irlandese, cresciuto come un monello indiano nei vicoli di Lahore, Kimball O’Hara «non faceva niente, e con enorme successo». Così ci accoglie «uno dei libri più ‘felici’ che le letterature occidentali possiedano» (G.A. Borgese), intriso com’è di bellezza e di non poca sapienza.
È sotto la protezione di due numi tutelari – il lama Teshoo, impegnato a ritrovare il Fiume della Freccia per affrancarsi dalla Ruota delle Cose, e il mercante di cavalli Mahbub Ali, spia al soldo degli inglesi nel Grande Gioco che «giorno e notte mai non cessa» – che si snoda l’avventura di Kim. Improvvisatosi discepolo del primo e agente segreto del secondo, infatti, il ragazzo, che gioca per il gusto di giocare e viaggia per viaggiare, come fanno «i diavoli e gli inglesi», assume «l’indescrivibile falcata che è del vagabondo» (e che è il passo stesso del romanzo) e si mette in marcia a fianco del lama lungo la Grand Trunk Road, fiumana di vita che scorre per millecinquecento miglia da Bombay e Benares a Peshawur, dando così avvio a una scorribanda picara che è insieme un pellegrinaggio religioso. Attraverso pianure e montagne, dall’afrore dei bazar ai climi rarefatti delle lamasserie tibetane alle pendici dello Himalaya, fra treni e caravanserragli, villaggi e postazioni militari, travestimenti e agguati, sarà un tripudio di «nuovi scorci» ovunque si posi «l’occhio complice», un inno all’India amata nella sua molteplice unità dal suo più celebre cantore, Rudyard Kipling.
Kim è apparso per la prima volta nel 1901.