Milo Crnjanski
Migrazioni, II
Biblioteca Adelphi, 365
1998, 2ª ediz., pp. 868
isbn: 9788845914157
Come i molti lettori che hanno scoperto e amato Crnjanski ricordano, la prima parte di Migrazioni epos possente in cui si mescolano i destini di alcuni singoli e quelli di un intero popolo, i serbi si chiudeva con il ritorno del nobile Vuk Isakovic dalla guerra, allinizio dellestate 1745: «E mentre nella sua anima, come in un cerchio infinito, ritornava sempre il pensiero di partire per qualche luogo, per la Russia, sulla quale, disperato, sfinito, dopo tanti mesi di vagabondaggio e di tribolazioni, si era fissato con la mente, nel suo corpo, addormentatosi per la prima volta di nuovo in casa sua, palpitava, come una stella, lultimo seme della sua ormai lontana giovinezza».
Siamo ora nellanno 1752: il governo di Maria Teresa ha deciso la smobilitazione delle truppe serbe, che hanno lealmente combattuto al fianco degli eserciti austriaci, e quel sogno raggiungere una nuova patria, una terra slava e ortodossa, la Russia viene raccolto dal nipote adottivo di Vuk, Pavle Isakovic. Sarà lui a guidare il suo popolo attraverso le steppe, i fiumi, le foreste e i laghi dellEst. Ma solo per scoprire che nulla è come doveva essere, e che la terra promessa non esiste.
Affresco immenso e rapinoso, poema di una diaspora e insieme di tutte le diaspore, di tutte le speranze e di tutti i paradisi perduti, cosmica visione dei nostri destini, Migrazioni cattura con il suo ritmo cupo, ampio, ossedente, confermandosi una delle prove più alte del romanzo moderno.
Migrazioni, lopera centrale di Milo Crnjanski (1893-1977), fu pubblicata fra il 1929 e il 1962. Migrazioni I è apparso presso Adelphi nel 1992.