Alberto Piazza, Luigi Luca Cavalli-Sforza, Paolo Menozzi
Storia e geografia dei geni umani
Biblioteca Scientifica, 25
1997, pp. XXII-791, 229 figure, 71 tabelle, 40 tavv. a colori
isbn: 9788845913365
Come e da dove ebbero origine le diverse popolazioni umane? Quali percorsi seguirono via via che si distribuivano nei vari continenti, si differenziavano tra loro e si moltiplicavano? Che ruolo ha avuto l’evoluzione culturale e tecnologica? A queste domande, affascinanti e grandiose, offre risposta un’opera che fin dalla sua comparsa è stata definita un caposaldo della ricerca. Decenni di studi, spedizioni in ogni parte del mondo per osservare le tribù più primitive e isolate, indagini di biologia molecolare in laboratorio, impiego di procedimenti quantitativi matematici e statistici: una ricchezza straordinaria di contributi ha permesso di delineare un atlante genetico dell’umanità che è, insieme, la più completa e aggiornata ricostruzione della nostra storia evolutiva. Dopo aver rilevato dalla letteratura scientifica esistente decine di migliaia di frequenze geniche su diverse migliaia di campioni di popolazioni, gli autori hanno applicato a tali dati – opportunamente elaborati – metodi di analisi innovativi che permettono di sintetizzare in immagini a colori la multidimensionalità storica e geografica della diversità genetica. Questo approccio è integrato da uno spettro di modelli filogenetici grazie ai quali è possibile ricostruire il percorso storico della variabilità genetica fra i gruppi umani – in base al principio che la misura della diversità genetica fra gruppi umani è proporzionale al tempo trascorso dal momento in cui essi si separarono. Questo semplice presupposto, unito alle datazioni fornite dalla paleoantropologia, consente di seguire migrazioni e colonizzazioni, e dunque di scandire i tempi della storia evolutiva degli ultimi centomila anni. I dati genetici, messi poi a confronto con le testimonianze dell’archeologia e con le più moderne acquisizioni della linguistica, concorrono così a delineare una prospettiva unitaria – perché unica è l’origine (africana) dell’«uomo anatomicamente moderno», e perché la storia genetica e culturale della nostra specie si compongono nello stesso quadro evolutivo.
Dall’elaborazione di tutti questi dati multidisciplinari apparirà infine con precisione e univocità che cosa si cela dietro i nebulosi discorsi sulle razze umane, e non potrà che scaturire una implicita confutazione scientifica di ogni razzismo.