2011 / pp. 336 / € 16,00 € 15,20
2011 / pp. 336 / € 16,00 € 15,20
Oltrepassati i cent’anni ed entrato ormai nell’età patriarcale, Ernst Jünger ha deciso di concentrarsi sulle sue occupazioni predilette, la scrittura e l’entomologia. Chiuso nella solitudine di Wilflingen, ha declinato inviti e onorificenze, facendo sapere a chi chiedeva di essere ricevuto che non avrebbe più concesso interviste. Ha fatto solo un’ultima eccezione: le conversazioni che qui presentiamo.
Nato nell’anno dell’Affare Dreyfus, della scoperta dei raggi X e dell’invenzione del cinema, lo scrittore tedesco racconta, seguendo il filo dei ricordi, le convulsioni del nostro secolo: sfilano così eventi, personaggi e vicende che ne hanno segnato la storia, la letteratura e il pensiero. La sua rievocazione va dagli ultimi anni della Belle Époque e dell’Impero germanico alle carneficine della prima guerra mondiale, da Weimar a Berlino, dalla Parigi occupata ai processi di Norimberga, e vi compare un’impressionante schiera di protagonisti del Novecento: da Carl Schmitt a Heidegger, da Kubin a Picasso, da Colette a Cocteau, da Drieu La Rochelle a Montherlant, da Céline a Marguerite Yourcenar. Obbediente al suo magistero di scrittore, Ernst Jünger sa che «il buon Dio è nel dettaglio» e ci offre ricostruzioni circostanziate di episodi da cui lo separano ormai molti decenni. E mai appare elusivo, neppure quando le domande vertono sugli anni del nazismo. Mentre illuminanti, ancora una volta, sono le osservazioni sulla tecnica, potenza che regge non solo il nostro mondo ma anche quello dei «prossimi Titani», cui Jünger dedica un accenno presago. E nell’ombra si profila la figura dell’Anarca, il «grande solitario» che qui viene dichiarato «sovrano anche sulla tecnica».