2020 / pp. 329 / € 19,00 € 18,05
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Adelphi eBook
2020 / pp. 329 / € 10,99
Flâneur inveterato, illuminista paradossale e lieve, Flaiano passeggia per Roma e la guarda tranquillamente deteriorarsi. Luoghi comuni, accademismi, velleità, mode e vezzi di una cultura che, sul finire degli anni Sessanta, si parla e sparla addosso sono l’oggetto e il bersaglio di questo libro postumo, straordinario nella sua ilare, fulminante icasticità. Miscellanea di racconti, aneddoti, ricordi, graffianti definizioni e struggenti o disilluse passioni, La solitudine del satiro è attraversato da un sentimento intellettuale che pochi dei nostri scrittori hanno posseduto: l’intelligenza messa al servizio del disincanto, una lucidità che è insieme cinica e malinconica, ma non riesce a velare l’amore per la letteratura e quello, ostacolato, per la vita, che può anche trovarsi in guerra proprio con la letteratura.
Sempre deambulante fra i generi letterari, giornalistici e cinematografici, poco sedotto insomma dall’architettura chiusa del romanzo, negli ultimi anni, trascorsi ormai i tempi degli «amici del “Mondo”» e di via Veneto, tramontata la stagione degli scambi intensi e folgoranti – Flaiano non rinuncia a posare sul mondo che lo circonda, e che sempre meno gli somiglia, il suo occhio acuto e beffardo di irregolare, di outsider. Alla fine sarà confortato solo dalla propria ironia.